Lo Stemma
E' noto che il Comune di Calice Ligure adottò nel passato uno stemma differente da quello odierno. Tale uso di due emblemi diversi non mancò di suscitare qualche curiosità unitamente al desiderio di conoscerne il perchè. I documenti conservati presso l'archivio civico sono venuti in aiuto ed hanno fornito i relativi chiarimenti.
Occorre risalire alle disposizioni legislative del Regno d'Italia, precisamente al Regio Decreto 5 luglio 1896 n. 314, in applicazione del quale ogni Comune era tenuto a provvedersi di uno stemma proprio riconosciuto per decreto ministeriale; in caso contrario era necessaria una concessione governativa ex novo.
Nei primissimi anni del 1900 l'Amministrazione Comunale, uniformandosi alle norme di legge in vigore, diede incarico verbale al Sindaco affinchè, presso un ente competente in araldica, venisse predisposto il richiesto stemma. Fu interessato l'Istituto Araldico Artistico "Blasone Italiano" con sede in Roma, Via Cola di Rienzo n. 149, custode del più ricco archivio araldico esistente in Italia, del quale istituto facevano parte abili pittori, in grado di confezionare emblemi a colori, eleganti, raffinati e con miniature dorate o argentate.
Sulla base dei cenni storici giustificativi trasmessi dal Comune di Calice Ligure, l'Istituto di Roma preparò uno stemma di formato ovale, sormontato da una corona turrita, senza alcun ornamento esteriore.
Lo stemma, diviso in quattro parti, recava in alto a sinistra la croce dei Liguri a ricordo del passaggio definitivo del Marchesato del Finale alla Repubblica di Genova della quale seguì le sorti fino all'epoca di Napoleone I; in basso a sinistra raffigurava un leone rampante, ritto su di una zampa posteriore, costituente lo stemma dei Marchesi del Carretto; in alto a destra portava un calice, in quanto la disposizione delle colline circondanti il paese danno allo stesso la forma di un calice; in basso a destra riproduceva una stella, a ricordo della partecipazione dei Calicesi, al pari dei fratelli liguri, alle Crociate.
L'emblema, così disegnato dall'Istituto Araldico di Roma, incontrò la piena soddisfazione dell'Amministrazione Comunale del tempo e di quelle succedutesi; in pratica fu utilizzato per circa una trentina d'anni su vari atti e documenti comunali, senza tuttavia che fosse stato richiesto e conseguito il prescritto riconoscimento da parte delle autorità superiori.
Nei primi decenni del 1900 seguirono varie e più tassative disposizioni legislative sempre in merito agli stemmi ed al loro uso. Si ricorda l'articolo 1 del Decreto Legge 20 marzo 1924 n. 442 (convertito nella Legge 17 aprile 1925 n. 473) il quale aveva posto il divieto assoluto di usare stemmi, emblemi, sigilli e gonfaloni che non fossero stati legalizzati dalla Consulta Araldica del REgno. Ed ancora con il Regio Decreto 27 marzo 1927 n. 1048 (confermato dal R.D. 11 aprile 1929 n. 504) fu imposto il divieto alle Amministrazioni Comunali e Provinciali, alle Opere Pie ed agli Enti Morali di servirsi dello stemma nazionale; contemporaneamente fu di nuovo sancito l'obbligo di far uso soltanto di un sigillo proprio, riportante la denominazione dell'ente. Era inderogabile inoltre la concessione o il riconoscimento da parte degli organi superiori.
Di conseguenza, per adeguarsi alla legge, il Podestà di Calice Ligure, con provvedimento n. 64 in data 5 gennaio 1930, deliberò in merito alla concessione sovrana per lo stemma predisposto dall'Istituto "Blasone Italiano" (vecchio stemma). Dopo l'approvazione prefettizia dell'atto podestarile fu trasmessa regolare istanza a Roma, indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Consulta Araldica.
In data 7 aprile 1930 la Consulta comunicava che gli orgnai competenti avevano ritenuto di modificare lo stemma in modo da renderlo più rispondente alle norme dell'araldica. La correzione fu accettata e così il Comune di Calice Ligure adattò quello che è lo stemma attuale: in alto uno spaccato rosso con calice d'argento e in basso uno spaccato azzurro con leone rampante d'oro, sopra una pianura erbosa verde.
Furono concessi ornamenti esteriori adatti ai Comuni: vennero così realizzati un contorno di ghirlande d'alloro ed una corona sopra lo stemma (diversa però dalla precedente).
Non mancarono naturalmente alcune spese.
Dapprima, per promuovere il Decreto Reale di concessione fu effettuato presso l'Ufficio del Registro un versamento erariale di Lire 120.
Dopo l'emissione del Decreto da parte del Sovrano (9 giugno 1930) la Consulta Araldica provvide a preparare il provvedimento di sua competenza, previo l'invio di un vaglia postale di Lire 90 per diritti. La spesa per il diploma araldico ammontò a Lire 60 e centesimi 10, lo stemma miniato annesso al diploma costò Lire 200.
Lo stemma divenne ufficiale con Lettere Patenti del 7 gennaio 1932 a firma Vittorio Emanuele (III) e Mussolini. La trascrizione nei registri della Consulta Araldica avvenne il 14 gennaio 1932.
Finalmente il Comune di Calice Ligure poteva legalmente fregiarsi di un suo stemma e farne uso.
L'Ufficio del Sindaco custodisce il documento originale di concessione, in pergamena e con le firme del Re e del Capo del Governo; vi è conservato anche lo stemma miniato a colori.