Don Bianchi
Don Bianchi 1921/2008
Parroco di Calice dal 1966 al 1998
Montevideo Con il Primo Ministro Romano Prodi il 2/3/1998
Don Costantino Bianchi nasce a Rialto il 21 dicembre 1921 nella borgata Senda, in una famiglia di contadini, primogenito di Nicolò e Resio Giuseppina, gli altri fratelli e sorelle nascono in sequenza, Eugenio nel 1923, Vittoria nel 1925, Maria nel 1927, Angela 1929, Giuseppe 1932 e infine Pietro nel 1934.
Nel 1930 si trasferiscono in una casa più grande nella borgata Villa e già nel 1932 (a 11 anni) matura in Costantino l’idea di diventare sacerdote.
Inizia anche lui a lavorare nei campi con i genitori e più grandicello a guadagnarsi qualcosa facendo delle “giornate” da diversi contadini di Rialto e Calice a zappare la terra; per qualche mese fa anche il garzone presso Arturo Brunetto di Rialto che ha un magazzino di legna e carbone a Savona.
A sedici anni, la mamma vedendolo così gracilino e poco propenso ai lavori di fatica, durante la raccolta delle olive, gli dice “che sbaglio hai fatto a non andare in seminario quando ne avevi l’intenzione”. Le parole della mamma lo fanno riflettere e dopo aver parlato con il Parroco Don Pietro Chiazzaro, un anno dopo, nell’ottobre del 1938 entra in seminario.
in seminario
Sono brutti tempi, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale ma, anche se con sacrificio, l’esperienza del seminario per don Bianchi è meravigliosa, specialmente con i suoi compagni, erano in undici e in sei verranno ordinati sacerdoti il 31 maggio 1947.
con la famiglia
Celebra la sua prima Messa nella Chiesa di S. Pietro, a Rialto il 1° Giugno dello stesso anno. Viene poi nominato Curato di Valleggia, dove si ferma per circa un anno.
la prima messa
Nel 1948 è vice parroco di Finalmarina di cui conserva sempre bei ricordi, specie coi giovani del A.C., che in molti lo accompagnarono al suo ingresso come parroco di Vezzi S. Filippo il 28 ottobre 1949. A Vezzi S. Filippo rimane per oltre sedici anni e a partire dal 1955 cura anche la parrocchia di S. Giorgio.
Nei primi anni a Vezzi, le sorelle si alternano a sbrigare le faccende domestiche fino al 1956, quando don Bianchi assume la perpetua Immacolata Brunetto, una vedova vicina di casa dei genitori a Rialto, considerata da lui come una seconda mamma, che lo seguirà a Calice e vi rimase per molti anni.
Il 6 febbraio 1966 diventa parroco di Calice, nei primi anni si avvale della preziosa collaborazione di don Sergio Roccaro per seguire i vari gruppi di ragazzi; con lui ha un’ottima intesa; insieme, ogni settimana, vanno a trovare in ospedale gli ammalati della zona. Dopo la prematura scomparsa di don Sergio, agosto 1976, a seguire le attività giovanili arriva padre Gianpiero e negli anni più recenti Walter Baglietto.
con Don Roccaro
Ama profondamente Calice e i suoi molteplici viaggi lo portano in Terra Santa, negli Stati Uniti con la sorella Angela, in Argentina e Uruguay a trovare molti emigrati delle nostre zone, dove è ritornato più volte sempre accolto con calore ed affetto dai nostri connazionali.
a Montevideo
Un altro momento importante della sua vita a Calice è la ricorrenza del cinquantenario di ordinazione sacerdotale, il 31 maggio 1997; è un sabato e viene celebrata la solennità del Corpus Domini alle 18 nella Chiesa Parrocchiale, don Bianchi si commuove nel vedere la chiesa piena di gente, anche da tanti ex parrocchiani di Vezzi. La festa in piazza è una grande dimostrazione di affetto da parte dei calicesi.
A Calice rimane come parroco fino al settembre 1998 (nel frattempo, dall’estate 1995 segue la parrocchia di Carbuta e per due anni, dal 1994 al 1996, è stato amministratore parrocchiale di Rialto e Vene) ed è motivo di soddisfazione per lui essere sostituito da un altro rialtese, don Gian Luigi Caneto, sapendo di lasciare dopo oltre 32 anni la parrocchia in buone mani. Nello stesso anno viene nominato parroco di Rialto e Vene e ritornare al suo paese natale e sentirsi ancora utile alla comunità, anche se ha già 77 anni, è una grande gioia; preferisce però abitare a Calice, nella sua “casetta”, come la chiamava lui, per essere più vicino alle tante persone anziane affezionate a lui che lo chiamano per celebrare la santa messa in casa o portare la comunione.
con l'inseparabile Vespa
Dall’anno 2000 in avanti, da quando subisce un delicato intervento chirurgico e poi dal febbraio 2006, quando cadendo dalla vespa, si procura la rottura della spalla, per poter svolgere la sua missione si avvale della collaborazione di tante persone che con cortesia e gentilezza gli danno una mano, vicini di casa pronti ad ogni sua chiamata, i vari autisti, sempre disponibili a portarlo da qualunque parte, le collaboratrici delle parrocchie di Rialto e Vene ad aiutarlo a vestirsi prima delle celebrazioni, le infermiere ad intervenire per ogni necessità, i parroci a sostituirlo durante la malattia.
Ad ottobre 2006 l’amministrazione comunale di Calice rivolge un grande apprezzamento alle attività svolte da don Bianchi, premiandolo con una targa ricordo, nella sala consiliare, per i quarant’anni trascorsi nel paese; questo riconoscimento dà a lui, ancora convalescente dopo i periodi trascorsi nella casa di cura e in ospedale, nuovo vigore ed infatti dal 1° novembre riprende in pieno la sua attività.
in abiti sacri
Il 2007 è l’anno dei festeggiamenti: per il 60° di ordinazione sacerdotale, il 31 maggio, giorno della ricorrenza viene festeggiato a Rialto; il 10 giugno con parenti e amici al ristorante; il 14 a Vene, in occasione dell’ottava del Corpus Domini; la prima domenica di settembre al Santuario della Guardia a Calice ed infine domenica 4 novembre a Vezzi S. Filippo in occasione della festa di S. Carlo, l’amministrazione comunale e la Parrocchia preparano una grande festa per il loro ex parroco.
Negli ultimi due mesi di vita è costretto, suo malgrado, dai medici a rimanere quasi sempre in casa e accetta con serenità questa sua nuova situazione, capisce però che si avvicina la sua ora, infatti il 20 ottobre 2008 scrive su un foglio le sue ultime volontà, pensando forse, che il testamento sia aperto troppo tardi, dando disposizioni precise per il suo funerale e per la sepoltura nel cimitero di Calice.
Muore il 13 novembre 2008 mentre sta conversando con la sua gente che tanto amava, pensiamo sia stato il suo desiderio più grande.
Filmato di Luca Viola realizzato durante una passeggiata alle miniere d’argento