Bove Leonardo Angelo Giovanni
Leonardo è nato il 18 Maggio 1892 a Carbuta (Calice Ligure), figlio di Giorgio e Viola Maria detta Marinetta , la copia avrà altri 8 figli. Dal foglio matricolare, conservato all’Archivio di Stato di Savona, risulta che Leonardo di professione è muratore e la cosa più importante è che sa leggere e scrivere. Questo fatto lo ritengo molto importante perché gli ha permesso di fare carriera nell’esercito e ha potuto tramandarci momenti del suo vissuto nel periodo trascorso in Libia e durante la Prima Guerra Mondiale. Scrive questo suo diario, ricco di avvenimenti e ricordi personali, durante il periodo di degenza trascorso in Germania, dopo essere stato ferito e fatto prigioniero l’8 novembre 1917.
Diario
Leonardo nel Settembre 1912 lascia con un po’ di malumore la sua amata Carbuta e la famiglia per raggiungere Pieve di Teco per compiere il servizio militare nel 1° Reggimento Alpini. Il 24 Dicembre gli viene comunicata la triste notizia della partenza per la Libia. Il giorno di Natale del 1912 parte dal porto di Genova e dopo due giorni e due notti finalmente si intravedono le terre libiche, e ci si prepara per lo sbarco a Derna.
L’ impatto non fu dei migliori, fu sorpreso di vedere quelle terre senza piante, senza erba e solamente sabbia; gli abitanti erano vestiti in un modo molto strano coperti con delle lenzuola intorno al corpo, le donne avevano due fazzoletti uno dei quali usato per coprirsi il viso. Dopo pochi giorni di ambientamento gli fu comunicato che dal quel momento avrebbe iniziato lo studio e la pratica dell’apparato Faini. Era un eliografo, uno strumento per comunicare in alfabeto Morse per mezzo di lenti e specchi che convogliavano la luce solare (elios) per trasmettere segnali (grafos) e quindi messaggi utili a comunicare fra le truppe. In assenza di luce potevano essere utilizzate delle cartucce bengaliche. Per essere in grado di usare l'alfabeto Morse, gli eliografisti dovevano essere dotati di un certo livello di scolarizzazione.
Il 3 Maggio iniziarono le ricognizioni nei paesi vicini. Il 12 inizia l’avanzata con notevoli difficoltà: per mancanza di acqua e viveri sotto diversi attacchi da parte del nemico, che si conclude il 18 con l’occupazione di Slonta.
Leonardo, nonostante il momento storico in cui vive, si ritiene molto fortunato. A metà Agosto viene scelto come eliografista per la stazione di Zauia Tort, Unica sua attività è quella di scrivere e trasmettere i messaggi.
Avendo molto tempo libero a disposizione, assieme al compagno che gli avevano assegnato, si costruirono una piccola baracca, arredata con brande, sgabelli e tutto l’occorrente per cucinare. Inoltre tutti i giorni gli arabi gli portavano acqua, legna e prelevavano la biancheria sporca. Leonardo approfittò di quegli incontri per imparare la lingua araba e in quel periodo diventa Caporal Maggiore,oltre al suo incarico di Eliotelegrafista, avendo imparato la lingua araba, gli venne affidato il compito da interprete.
Cirene
Successivamente fu trasferito a Cirene e assegnato al 2° Plotone, dopo poco il suo arrivo dovette partire per una ricognizione a Caulan dove ci fu violento scontro, uno dei più terribili ai quali partecipò. Al suo ritorno passò un mese tranquillo, senza servizi, dialogando con gli arabi in attesa del suo rimpatrio che avvenne a Napoli il 20 Agosto 1914.
Inviato a Mondovì riprende servizio come istruttore eliografista, ma venne parecchie volte consegnato (dormiva in carcere su un tavolaccio) per le sue uscite notturne. Dopo circa mese arrivò a Chiusaforte per essere trasferito a Saletto, un paesino del Friuli, dove incontrò alcuni suoi paesani, tra il quali Botta Luigi e amici di leva. Qui la vita per Leonardo era tranquilla, riprese il suo servizio di eliografista. Nei mesi invernali gli venne assegnato il compito di portalettere da Chiusaforte a Saletto e le sue condizioni di vita migliorarono.
Chiusaforte
Mentre i suoi compagni costruivano la strada lui passava parecchio del suo tempo a conversare, vicino al fuoco, con gli abitanti della zona. Le ore del servizio postale erano poche e viveva presso la famiglia della Maestra di Saletto, che si occupava di lui senza nessun compenso. Leonardo si sentiva un po’ a disagio per questa situazione, anche perché capì che questo trattamento era dovuto al fatto che erano convinti che alla fine del fermo di leva sarebbe tornato per sposare la sorella della maestra.
Nel frattempo fu incaricato di recarsi a Pieve di Teco per prendere le nuove reclute, .e qui trova l’amico Firpo Vincenzo .Pur rimanendo a Pieve di Teco per tre mesi ottenne solo 24 ore di licenza per visitare i famigliari ,perché veniva spesso punito per le sue uscite non autorizzate, ma no si lamentava molto anche per il fatto che in quella caserma trovo il suo amicone, ed insieme si presero qualche “ Sbornietta “
Firpo Vincenzo e Leonardo
Avendo le capacità tecniche, venne assegnato a Leonardo, il compito di impiantare una fitta rete di apparecchi eliografici per mantenere in comunicazione una vasta regione geografica. Pone la sua stazione al Curnich, dove vi rimase per nove mesi, posizione favorevole per entrare in contatto con tutte le altre postazioni. A seguito dell’entrata in guerra, 24 Maggio 1915, da qui segnalerà il passaggio degli aerei nemici.
All’inizio del 1916 fu riassegnato al Battaglione Pieve di Teco che si trovava a Kucla. Rincontrò il suo compaesano Luigi Botta. Assegnatogli il compito di Capoposto, nello svolgimento del suo servizio, esaminando un fucile inceppato, questo gli esplose in mano ferendolo anche al volto. Dopo una visita sommaria venne portato all’ospedale di Cividale dove fu operato all’occhio destro e successivamente trasferito a Udine.
A Maggio del 1916 rientra in linea alla Colletta del Kucla, impegnato nella costruzione di trincee e baracche, ora non c’è più tanta neve come ricordava, il cibo e l’acqua scarseggiano. Dopo l’ultima azione sul Rambon, unica a cui prese parte, ottenne un mese di riposo. Nel mese di Novembre venne promosso sergente.
Pochi giorni prima di Natale 1916, nella notte alcune baracche, tra cui quella in cui dormiva, vennero travolte da una valanga. Lui riuscì ad uscire dal tetto e assieme ai suoi commilitoni iniziarono a scavare per salvare i superstiti. Quella notte ci furono 8 morti, Leonardo rimase molto scosso.
Nel gennaio 1917 gli venne concessa una licenza di quattordici giorni che passò in famiglia, incontrò anche il suo amico Finalborchese Firpo Vincenzo .
Successivamente il suo battaglione era di istanza a Qualso, dopo dieci giorni di pernottamento presso un’abitazione privata dovette partire per il fronte, ma a Bassano Veneto ebbe la bella notizia che si sarebbero fermati a Pove per qualche mese. .
Nel novembre 1917 è ferito, fatto prigioniero e inviato in Germania. Farà ritorno nella sua Carbuta dopo ben sette lunghi anni: si congederà, infatti, nell’ agosto del 1919. Il 16 Agosto 1925 parte per Montevideo, intenzionato a far ritorno in Italia dopo quattro o cinque anni. ll 6 Settembre 1930, invece, nella Parrocchia Auxlium Cristiamorun in Montevideo , si sposa Con Montemuinio Dolores figlia Giuseppe e di Garcia Francesca e rimarrà in America fino alla sua morte.
Foto del suo Matrimonio
La descrizione completa formerà oggetto di una prossima specifica pubblicazione